giovedì 27 marzo 2014

Master 1000 Miami. Il vecchio Federer.


Dicono: perdere una partita come quella di ieri, quella che Roger ha buttato via con Nishikori, è roba da vecchio Federer. Ma quale vecchio Federer? In attesa di capire a quale epoca tennistica ci si riferisca, metto le mani avanti e provo a non essere d'accordo. Il vecchio Federer il match di ieri lo avrebbe vinto 6-1 6-2. Il vecchio Federer, che un po' somigliava al Federer dei primi venti minuti del match di ieri, oltre a muovere il corpo con la consueta, sconcertante eleganza, imprimeva un ritmo al cianuro, altamente tossico per un avversario pur rapidissimo. Il vecchio Federer, come da paradigma, primeggiava a Risiko, e, infischiandosene delle più elementari leggi fisiche, difendeva miracolosamente campo  rifiutandosi di concederne al nemico, respingendo con velocità flipperistica e di controbalzo tutto ciò che di pur profondissimo l'oppositore provasse a scagliare. Nelle giornate più terse, il rovescio del vecchio Federer smetteva di ballare, assecondando lo svizzero in mirabili serie di vincenti lungolinea con il fondamentale meno sicuro. Quello di ieri non era il vecchio Federer. Quello di ieri, almeno quello visto dall'ottavo game del secondo set in poi, era un Federer recente, la versione 2013 del Campionissimo, diciamo. Che poi, quello dello scorso anno non era nemmeno Federer, ma un sosia mandato dall'ATP per reclutare nuovi adepti; un testimonial scelto per far sembrare il tennis uno sport alla portata di tutti. Un Federer falloso, malinconico, confuso nelle strategie. Non penserete mica che il Roger autentico avrebbe davvero provato a sfondare reiteratamente Nishikori da fondo campo e per giunta dal lato sinistro, vero? Quello di ieri non era il vecchio Federer, ma la sua controfigura dell'anno scorso. Quello vero è a Dubai a preparare il clamoroso bis al Rolando. Resta da capire chi fosse, ieri a Key Biscayne, l'attore che interpretava Stefan Edberg. Perché, il divino Stefan, appena tre serve and volley tentati in due ore e nove minuti di gioco non li avrebbe accettati. Se ne sarebbe andato molto prima.

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