mercoledì 2 aprile 2014

I due colori di Serena.


Stavo rileggendo qualche dato relativo al duemilatredici di Serena Williams. E' la sedicesima volta che lo faccio, nell'ultimo mese s'intende, ed ogni volta rimango allibito di fronte a ciò che leggo. Settantotto vittorie e quattro sconfitte complessive in singolare, per una percentualina del 95% di partite portate a casa; oltre dodici milioni di dollari in montepremi; undici titoli in tredici finali. Ma il dato più clamoroso è insito nell'avvenuta mutazione in terraiola di Serenona, le cui fortune non venivano, fino a qualche mese fa, necessariamente associate all'argilla. Ma l'amore è capace di trasformazioni potenti ed inaspettate, e Muratoglu è riuscito nel miracolo, facendo da regista ad una paurosa striscia di ventotto vittorie e nessuna sconfitta on clay, con conseguenti cinque titoli: Family Circle Cup, Madrid , Foro Italico, Roland Garros - alzi la mano chi, due anni fa, avrebbe scommesso sul bis a Parigi - e Swedish Collectors a Bastad. Ed è vero, persino ovvio, che le stagioni eccezionali sono tali proprio per il loro carattere di singolarità, ma di certo ho subito un discreto shock stamane, quando, davanti al solito caffè apparecchiato sulla tovaglietta plastificata di Pet Sounds, ho appreso della bocciatura subìta dalla più giovane delle Williams sulla costa della Carolina meridionale, proprio laddove lo scorso anno ebbe inizio la sua straordinaria epopea sulla terra battuta. E dire che al Family Circle Serena è affezionata, tanto da averci vinto tre volte. Sarà perché il torneo è l'ultimo nel calendario "maggiore" a disputarsi sull'ormai altrimenti estinta terra verde; sarà perché la competizione si disputa in uno tra gli stati a più alta concentrazione afroamericana, cosa che le conferisce enormi motivazioni extra. Fatto sta che nel deep south Serena ci è sempre andata volentieri, facendo spesso benino. Ma ieri è successo quello che è successo, ed è bastata Jana Cepelova, discreta ribattitrice slovacca che ricordavo giusto per aver fatto sudare, la scorsa estate, le proverbiali sette camicie a Roberta Vinci in quel di Church Road, per estrometterla al secondo turno. Era infortunata? A fronte dell'imponderabile, l'appiglio alla precarie condizioni fisiche è sempre vincente. Ma in conferenza stampa Serena è stata al solito signorile, riconoscendo i meriti dell'avversaria e limitandosi a dire che la giornata di ieri non era la sua giornata. Staremo a vedere, tanto l'attesa sarà piuttosto breve, se il semaforo rosso patito sul verde di Charleston si trasformerà in semaforo verde sul classico rosso europeo. Oppure se, invece, il duemilatredici rosso di Serena rimarrà un incredibile e meraviglioso unicum, e per rivederla al top dovremo aspettare il verde più noto: quello di Wimbledon.

Family Circle Cup, Charleston (secondo turno):

Jana Cepelova b. Serena Williams  6-4 6-4

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